Caspita
è molto meglio che in tv. Appena è sceso dall’aliscafo gli ho
fatto segno con la mano per essere notata e lui mi ha raggiunto con
un enorme mazzo di fiori. Daniele mi ha abbracciato forte spiegandomi
che ogni fiore corrispondeva ad un anno che non ci siamo visti. Sa di
buono, di pulito. I capelli spettinati, la barba incolta e pure le
rughe attorno agli occhi non riescono a nascondere i lineamenti
delicati del viso, il naso perfetto e le labbra carnose. Mi ha preso
le mani e mi ha fatto notare che non ho anelli. Neanche la fede
(vaglielo a spiegare che mi sono gonfiate anche le dita). Mi ha
lasciato la sinistra e mi ha alzato la destra come se volesse farmi
ballare, invece mi ha solo girato attorno scrutandomi. Dalla testa ai
piedi. Non ha detto nulla, ma io so quello che ha pensato. E lo ho
anticipato per togliermi dall’imbarazzo: «Non le somiglio per
niente». «Molto più somigliante a tua madre di quanto tu credi,
Sole, fidati», mi ha contraddetto sussurrando, come si trattasse di
un segreto: «Affascinante allo stesso modo». Poi ha tirato fuori
dalla borsa che portava a tracolla un pacchetto. Me lo ha dato
chiedendomi di aprirlo non appena se ne fosse andato. Ho promesso,
nonostante la curiosità mi stesse divorando.
Mi
aveva telefonato da Formia chiedendomi se poteva raggiungermi a
Ventotene.
«Principessa
sono Daniele», mi sono sentita dire da una voce di uomo.
Ho
avuto un tremito. «Daniele chi?».
«Daniele
Impellizzeri e cerco Sole, la bambina di Maria». Ma quella bambina è
diventata una donna e lui è un attore famoso.
«Cosa
vuoi? Non ci vediamo da ventidue, ventitre anni e mi cerchi qui? »,
ho ribattuto con un misto di diffidenza, curiosità e disagio.
«Hai
ragione, Sole. Ma ho veramente bisogno di vederti. Sono a Formia e se
tu vuoi mi imbarco sull’aliscafo delle 17,30 per venire da te».
E
quello che ho provato dopo avergli detto sì solo tu, mamma, lo puoi
capire. Solo tu puoi capire lo stupore e l’ansia di rivederlo qui
nel volontario esilio dal resto del mondo. Un allontanamento
indispensabile per godere fino in fondo, fin da subito, questa nuova
esperienza della mia vita. Finalmente, mamma, sto per diventare
mamma, e voglio assaporare tutti i cambiamenti umorali, fisici,
psichici che questo comporta fin dai primi mesi della gravidanza.
Voglio stare sola con me stessa, con la mia bambina, ma soprattutto
con te. Ci sono giornate in cui avverto la tua presenza in modo molto
forte. Come adesso che sto portando a casa nostra il tuo amico
Daniele.
Di
lui ricordo poco. Un bell’uomo, un ciuffo al vento, qualche
conversazione movimentata in casa. Per me una carezza o un sorriso.
Ricordi sfumati che ho provato a mettere a fuoco in quelle due ore
che dalla telefonata mi restavano all'arrivo dell’aliscafo. Ma
niente. Quello che mi viene in mente mentre sistemo un po' casa è
solo l'immagine dell'attore, quello che ho visto in questi anni in tv
o al cinema. E per incontrare l'uomo famoso devo mettere a posto
anche me stessa. Mi guardo nello specchio chiedendomi cosa penserà
“l’amico di Maria” vedendomi. La risposta è una sola: una
trentenne con un pancione troppo grande e i vestiti troppo stretti.
Ma come fanno a dire che le donne incinte sono belle, penso mentre
cerco nell’armadio qualcosa di più decente da mettermi. Non
riesco a trovare niente di meglio che un paio di pantaloni militari.
Ovviamente non si allacciano, ma è sempre meglio di quelle vecchie
tute di mio marito che attualmente costituiscono il mio guardaroba.
Purtroppo anche le magliette si sono ristrette. O meglio sono le mie
tette che sono cresciute. Del resto sono al settimo mese di
gravidanza, ma mi sento bene. Anzi benissimo e in men che non si dica
ho lavato i piatti accumulati nel lavandino, ho passato lo straccio,
ho dato una pulita al bagno e poi sono scesa al porto ad accoglierlo
sulla nostra isola.
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